Dare un sonnifero a un bambino non deve necessariamente rappresentare un tentativo di infliggergli un danno fisico. Ma quanto è davvero pericoloso il Temazepam?
LICHTENVOORDE - Dopo due anni di indagini, giovedì il tribunale di Arnhem non ha ancora scoperto cosa può o non può fare il Temazepam a un bambino piccolo. Una madre allora 23enne di Lichtenvoorde avrebbe somministrato regolarmente il sonnifero alla figlia di due anni nell'aprile 2004. In tribunale, però, ha negato tutto ciò che aveva dichiarato in precedenza sui sonniferi. Durante l'interrogatorio la polizia le aveva promesso che avrebbe rivisto presto la sua bambina, a patto che confessasse senza problemi. In aula, una parte dell'interrogatorio è stata mostrata sullo schermo televisivo e in essa la giovane madre sembrava aver ammesso senza problemi di aver dato al bambino i sonniferi ogni volta. Ora ha detto che era tutta una fantasia. Secondo l'accusa, anche dopo che il bambino era già stato portato in ospedale, la donna aveva portato con sé la ricotta in cui era stato trovato il farmaco. A quanto pare, con l'intenzione di far rimanere il bambino in ospedale più a lungo, dato che non poteva sopportare le cure a casa. Ma nell'appello, l'avvocato S. Weening ha sostenuto questa settimana che i medici dell'ospedale si contraddicevano completamente. Secondo uno, la vita della bambina era stata salvata con difficoltà, secondo l'altro sarebbe guarita anche senza cure. L'avvocato Weening ha quindi voluto chiamare un esperto per dare una risposta definitiva sul rischio effettivo del Temazepam.
L'avvocato generale, G.J. de Haas, aveva trovato via internet l'informazione che il Temazepam sarebbe stato molto pericoloso, soprattutto per i bambini. L'avvocato generale ha definito "inaudito" il fatto che la stanza sia stata aperta per due anni e che la donna sia stata detenuta per tutto questo tempo. Ha chiesto la stessa pena detentiva di due anni con detrazione oltre alla tbs. L'avvocato Weening ha ritenuto piuttosto inconsistente che un pubblico ministero ottenesse le informazioni per l'accusa da un sito in cui qualsiasi profano può inserire informazioni.
Lo psicologo J.R. Haas del Centro Pieter Baan ha dichiarato nel corso della lunga udienza che la madre soffre di un disturbo borderline della personalità, curabile solo con un trattamento a lungo termine. Il verdetto sarà emesso tra due giorni.